La William Marsh Rice University, più comunemente nota solo come Rice University, è un’università privata di Houston: si trova non lontana dal Museum District ed il suo campus si estende su un terreno di quasi 300 acri. La Rice University è attualmente classificata tra le venti migliori università degli Stati Uniti e tra le cento migliori al mondo.
E’ stata inaugurata nel 1912, subito dopo l’assassinio di William Rice Marsh, di cui porta il nome. Il campus è suddiviso in undici residential colleges e otto scuole accademiche. Per visitarla tutta, vedere tutti i building e i vari giardini circostanti, serve quasi una giornata.
Ci sono anche diverse attività alle quali si può iscrivere chiunque, non solo gli studenti iscritti: ogni mercoledì e sabato ci sono due ore di Yoga; la piscina olimpionica al coperto, quando non è occupata dalla squadra di nuoto dell’Università, è a disposizione di chiunque; la palestra (190 metri quadri di palestra) è aperta tutti i giorni 10 am – 20 pm. E poi ancora campi da tennis, un jogging trail dedicato e lontano dal traffico cittadino, sala musica con qualsiasi strumento possibile, il teatro eccetera.
A chi non verrebbe voglia di rifare l’università in un posto del genere?
Stamattina abbiamo fatto due passi per il campus principale, rimanendo come sempre a bocca aperta davanti a simili strutture: giardini enormi, perfettamente curati e con l’erba tagliata in modo impeccabile; non una panchina sporca, imbrattata o indecorosa; una caffetteria sita all’interno di una costruzione tutta vetri, con un patio curato nei minimi dettagli e un ordine da lasciarci basiti; edifici che sembrano essere stati costruiti ieri e non più di cent’anni fa. Non c’è niente da fare: noi ci stupiamo perché non siamo abituati a tutto ciò. E’ vero che qui, a differenza dell’Italia, è tutto privato, finanziato al 100% ed in continuazione (perché c’è sempre qualche allargamento, miglioria, progetto per cui versare dei nuovi capitali) e, proprio per questo, è sempre tutto meravigliosamente curato, ma posso assicurare che non si tratta solo del rispetto verso “chi paga”. Qui il senso civico verso gli spazi comuni, come anche nei parchi pubblici o per strada o a scuola, si respira ad ogni angolo. Lo so, mi ripeto, ma davvero credo che invogli molto di più andare a studiare in un luogo che sprizza ordine, pulizia e decoro, piuttosto che in stanze brutte, vecchie, muffite, fatiscenti e imbrattate di scritte, murales o altro. Camminando, facendo foto e seguendo alcuni sentieri guidati, ci siamo ovviamente persi tra un building e l’altro: poco male perché almeno abbiamo avuto modo di scoprire una delle più grandi biblioteche di Houston, che penso eleggerò a mio futuro pensatoio finché resteremo qui e La Caffetteria che serve il vero espresso italiano. #scusateseèpoco!
Gordie ha russato per la maggior parte del tempo, godendo finalmente di una tiepida brezza che avvisa dell’arrivo di un vago e tiepido autunno, mentre Bossy ha corso in lungo e in largo alternando “oh woooooow” e “oh dear”, sotto gli occhi divertiti di tutte le persone che abbiamo incontrato!
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